Recensioni
Il Siparietto N° 8 Lunedì 30 Aprile |
|
IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON La volontà di essere liberi
Accontentarsi dei limiti che la natura ti impone o cercare di superarli ad ogni costo? Se la seconda strada è quella che si desidera intraprendere, seguiamo i consigli del coraggioso gabbiano Jonathan Livingston; questo il tema di riflessione che i ragazzi dell'Istituto Comprensivo “A. Musco" di Catania questa mattina ci hanno trasmesso dal palco della Rassegna. A Jonathan più di ogni altra cosa piaceva volare, non seguiva e non si conformava allo stormo, lui aveva un solo desiderio essere il gabbiano più veloce dei mondo. Proprio per essere venuto meno alla sua natura viene costretto all'esilio dai suoi stessi compagni, nessuno era in grado di capire le sue scelte, si rifiutavano di aprire gli occhi per vedere veramente. Come raggiungere la velocità perfetta? Il tuo vero maestro è te stesso, scopri quello che conosci già e allora imparerai come si vola. Quella di Jonathan è un’idea infinita di libertà; senza limiti inseguire i propri sogni. Una storia di nobili sentimenti, nonostante costretto all'esilio dai suoi compagni lui voleva ancora bene loro, “bisogna voler bene alla bontà di ognuno”, questo insegnava ai propri discepoli. Il messaggio finale che questi ragazzi energici, precisi e presenti in scena hanno dato a tutti noi spiega di per sé la morale della storia: questo spettacolo è dedicato al gabbiano Jonathan Livingston che vive nel profondo di tutti noi.
|
cuRioSiTéatro |
NUMERO 20 14/05/07 |
Il Minotauro Si è conclusa ieri, domenica 13 maggio, la prima settimana di rassegna; tante le emozioni che si sono avvicendate sul palcoscenico, tante ancora quelle che vivremo fino alla serata finale. Ad aprire la settima giornata, alle ore 15.00, i ragazzi della Scuola Sec. di I grado dell'I.C. “Angelo Musco” di Catania che hanno presentato “Il Minotauro”. Per la prima volta il tema della diversità viene trattato nella sua essenza più cruda, nella sua natura singola e crudele, generatrice di solitudine, completamente scissa dal valore appagante della uguaglianza; una prospettiva unilaterale che rievoca simbolicamente l’“uguale”: il labirinto è per eccellenza il luogo apparentemente sempre uguale a se stesso, realmente, come ogni dove, diverso in ogni suo angolo, il Minotauro è l'essere diverso perché "mostro", ma è anche l'essere che non conosce il diverso, che conduce un' esistenza sempre uguale a se stessa, incapace di capire l'alterità, perché privo della possibilità del confronto, egli non comprende i sentimenti, non li distingue, non sa cosa è bene e male, cosa è vita e morte, conosce solo l'apparenza di se stesso, ignora anche il suo stesso sangue. Egli è colpevole e incolpevole insieme, è sintesi di opposti, ha in sé l'esatta simmetria che esiste tra l'uguale e il diverso. La forza del messaggio unita alla forza del mezzo espressivo: il corpo. Uno spettacolo altamente simbolico che gioca sulla forza evocativa del segno, che parla attraverso il movimento, addirittura imbrigliando la parola nel gesto: “danzò”, “tambureggiò” provano una scelta di fondo in cui la parola e l'azione si fanno sinolo.
Valentina Granito |
cuRioSiTéatro |
NUMERO 23 17/05/07 |
Noi, voi, l’altro … Il mostro Apparentemente rappresentazione dettagliata ed evocativa del mito del Minotauro e della tradizione classica che intorno ad esso si snoda, “Noi voi l'altro... il mostro” si presenta allo spettatore come rivisitazione, in veste attuale, della figura mitologica e della sua storia, capace di condensare in sé innumerevoli microcosmi. Un labirinto di significati, una grande metafora spettacolare che affronta il tema della “diversità”, declinandolo in un linguaggio moderno e spudorato: “Proprio l'uomo che possiede il senso di giustizia fa tutto in nome dell’uguaglianza; la parola ‘diversità’ fa paura, ripugna lo stesso senso di giustizia. Ma non potremmo essere tutti diversi sullo stesso piano?” Le parole forti del Minotauro, ancor più forti perché pronunciate proprio da lui, essere diverso per definizione, smascherano l’ipocrisia di chi, pur dicendosi privo di tabù, stenta ad ammettere la diversità. Lo spettacolo sembra dirci: “Attenti! Diversità non è disuguaglianza! Non dobbiamo temerla, ma valorizzarla!” Al di là del messaggio umano, la messinscena cela anche una costruttiva ironia, un secondo piano di lettura: il labirinto simbolicamente diventa la soffocante burocrazia, Minosse il burattinaio del potere che gira gli eventi in base al proprio volere, Teseo lo strumento del potere, privato della sua dimensione eroica e addirittura ridicolizzato. E il Minotauro? E’ colui che vive fuori dal gioco, che rimane puro nella sua mostruosità, che rappresenta, per una volta, il diverso “in positivo”. La sua morte, non più effige della vittoriosa ed eroica spedizione di Teseo, è liberatoria, con essa il mostro finalmente “nasce”. Una sonora lezione, un occhio critico e sottilmente attento sulla realtà di oggi; tra danze, ritmiche musiche e atmosfere avvolgenti, un’occasione per riflettere sulla infinita forza del mito e della sua rinascita. Valentina Granito
|
ALLIEVI DELLA SCUOLA ANGELO MUSCO
Laboratorio teatrale e spettacoli tra i migliori in Italia
L'istituto comprensivo Angelo Musco da due anni ha avviato un laboratorio teatrale permanente con il preciso scopo di avviare i ragazzi alla disciplina teatrale in quanto strumento di autocostruzione dell'individuo, sia dal punto di vista affettivo (rinforzo dell'autostima) che cognitivo (acquisizione di competenze specifiche), inserendo il teatro tra le discipline curriculari. Grazie a questa scelta fortemente voluta dal capo d'istituto dott.ssa C. Cascio, la scuola ha offerto ai suoi alunni esperienze gratificanti sul piano umano e culturale. Con gli spettacoli realizzati In questi anni, infatti, l’I.C. Musco ha partecipato a diversi festival nazionali del teatro scolastico, avendo superato la selezione su centinaia di scuole di tutto il territorio nazionale. Quest'anno con lo spettacolo “Il gabbiano Jonathan Livingston” la scuola è stata ammessa a partecipare alla XXV rassegna del teatro della Scuola di Serra San Quirico e qui ha ricevuto Il “Biglietto del Buon ritorno” con il quale il prossimo anno accederà di diritto alla rassegna, cioè senza la preliminare selezione tra le diverse scuole partecipanti.
|